Quando si pensa al Marocco, la mente rievoca notti in tenda al chiaro di luna in mezzo al deserto, incantatori di serpenti, mercati coloratissimi e sontuosi palazzi arabeggianti. Il Marocco è tutto questo ma non solo: è un paese ricco di paesaggi incantevoli, che spaziano dalle montagne all’oceano, dove convivono antiche tribù berbere ed eleganti uomini di affari che vivono nelle frenetiche Casablanca e Rabat. 

 

Ho visitato il Marocco a fine aprile, insieme ad una mia amica: è stato un viaggio intenso ed itinerante, che ci ha permesso di visitare la maggior parte dei principali luoghi di interesse. Abbiamo organizzato il viaggio in autonomia e ci siamo spostate sempre con i mezzi pubblici ma prima di partire ci siamo informate per bene se il Marocco potesse essere un paese sicuro per due ragazze che intendevano spostarsi solo con i mezzi pubblici: per questo motivo ho scritto anche un articolo dedicato all’organizzazione. 

 

 

Il nostro itinerario è stato pensato per poter visitare le principali città del Marocco e il deserto: partendo dalla frenetica Marrakech, ci siamo spostate sull’Oceano, ad Essaouria, per poi risalire la costa verso Casablanca e Rabat, fino a raggiungere l’antica Fes e l’azzurra Chefchauen, per poi visitare il deserto. Ecco il nostro itinerario di 10 giorni alla scoperta del Marocco, giorno per giorno!

 

Giorno 1: MARRAKECH

L’Italia è molto ben collegata al Marocco, sopratutto alla città di Marrakech: dopo aver passato il controllo passaporti e aver cambiato qualche soldo, con un taxi in pochissimo tempo si raggiunge il centro storico della città, la Medina. Le principali attrazioni si trovano tutte intorno alla grande piazza JAMAA EL FNA, dichiarata Patrimonio immateriale dell’umanità. La piazza si anima a partire dal tramonto quando, accanto alle bancarelle di street food, si esibiscono diversi “personaggi”: infatti, non ci sono solo artisti di musiche berbere ma anche (ahimè) incantatori di serpenti e uomini che portano a spasso povere scimmie incatenate. Suggerisco di vedere la piazza al tramonto dal balcone del bar Glacier (obbligo di consumazione per accedere alla terrazza!)

 

 

Poco lontano dalla piazza Jamaa El Fna, si trova la Moschea KOUTOUBIA: costruita a partire dal 1141 dal califfo almohade Abd al Mu-min., si distingue per il suo alto minareto (che ricorda quello della Giralda) e per il suo colore dovuto alla pietra arenaria rosata, tipica della città. Il suo nome, che significa “moschea dei librai“, si deve alle numerose bancarelle di libri che la circondano fin dai suoi primi anni. L’accesso alla moschea è tuttavia riservato ai musulmani. 

 

 

Intorno alla Moschea e alla Piazza Jamaa El Fna si sviluppa il Souq, un dedalo di strette stradine dove si trovano botteghe di ogni genere, aggregate in corporazioni, tra cui tintori, cestai e mastri ferrai. Qui, quando si vuole acquistare qualcosa, bisogna contrattare: la regola vuole che non bisogna pagare più di un terzo di ciò che inizialmente viene richiesto

 

 

Nella parte settentrionale del Souq, tra i luoghi di maggiore interesse c’è sicuramente la MEDERSA DI ALI BEN YOUSSEF. La madrasa è una scuola musulmana, specializzata in discipline religiose e quella di Ben Youssef, costruita per accogliere gli studenti della moschea vicina, è la più grande del Marocco. Ccostruita nel 1500, con la sua architettura arabo andalusa, è costituta da un cortile interno e da 130 stanze, che potevano ospitare fino a 900 studenti!

 

 

Poco lontano dalla Medersa di Ali Ben Youssef, si trova il PALAZZO EL BAHIA, costruito alla fine del XIX secolo. Ospita 150 stanze, che si affacciano su diversi cortili e giardini: queste stanze si caratterizzano per le loro fini decorazioni e i tetti intagliati e dipinti. Fu Abu Bou Ahmed, uno schiavo di colore che riuscì ad ottenere il titolo di visir e che fece raggiungere al palazzo il suo massimo splendore!  

 

 

Accanto al Palazzo El Bahia, si trovano le rovine del PALAZZO EL BADI,  commissionato alla fine del XVI dal sultano Ahmed al-Mansour per commemorare la sconfitta dei portoghesi nella battaglia di Alcazarquivir, la “Battaglia dei Tre Re”.  Il declino del palazzo arrivò alla fine del XVII secolo, quando il sultano Moulay Ismail decise di trasferire la capitale di Marrakech a Meknes, saccheggiando completamente il Palazzo El Badi.

Infine, nella parte della Ville Nouvelle, si trovano i JARDIN MAJORELLE, realizzati nel 1924 da Jacques Majorelle, un pittore francese che si stabilì a Marrakech nel 1919.

 

Giorno 2: ESSAOURIA

Situata lungo la costa atlantica del Marocco, a circa 1 ora e trenta da Marrakesh, si trova Essaouria, la città del vento. Varcate le porte della Medina, iscritta nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità Unesco, si respira un’atmosfera completamente diversa da quella di Marrakesh: gli abitanti di Essaouria sono infatti più rilassati, ed è un piacere muoversi per le diverse botteghe senza essere assillati continuamente a fare acquisti!

 

 

Nel 1756 qui arrivarono i francesi, che costruirono imponenti bastioni che ancora oggi circondano la città: da qui la vista sull’oceano è incredibile! Una delle cose più caratteristiche di Essaouria è l’asta del pesce, che si svolge ogni giorno al porto: è molto facile arrivarci, basta infatti seguire le strade della medina fino a raggiungere il belvedere, dove si trovano le tipiche barchette azzurre. Qui ogni giorno i pescherecci vendono il pesce fresco, che si può acquistare e mangiare direttamente al porto, in quanto ci sono quasi sempre delle griglie dietro ai banchetti dei pescatori.

 

 

Infine, ad Essaouria inoltre si trovano molte botteghe che vendono prodotti a base di Argan: è proprio nei campi tra Marrakesh e Essouria che viene coltivato, per cui qui è possibile trovare molte cooperative e botteghe che vendono il prezioso olio a prezzi davvero competitivi!

 

Giorno 3: trasferimento a CASABLANCA

il terzo giorno lo abbiamo trascorso in bus per raggiungere Casablanca: si tratta di un viaggio abbastanza lungo, circa 7 ore, con una sola sosta. Viaggiando con una compagnia locale, la CTM, abbiamo attraversato diverse città e villaggi, e abbiamo avuto modo di vedere un Marocco un po’ insolito rispetto alle mete più conosciute. 

 

Giorno 4: CASABLANCA e trasferimento a RABAT

Quando si arriva a Casablanca, si viene accolti da alti grattaceli e palazzi, e per un attimo ci si dimentica di essere in Marocco. Grazie al suo grande porto, Casablanca è la capitale economica del Marocco, dove vengono gestiti la maggior parte dei commerci esteri del Paese. E’ una città cosmopolita, moderna e frenetica, dove le botteghe di artigiani lasciano spazio ai marchi di lusso. Il centro della città si sviluppa intorno a Piazza Mohammed V, cuore pulsante della città. Ma che cosa c’è da vedere a Casablanca? Essenzialmente solo la Moschea HASSAN II, un monumentale edificio completato nel 1993, da parte di più di 30 mila artigiani. Il suo minareto, con i suoi 210 metri di altezza, è il più alto del mondo. La Moschea di re Hassan II  è la più grande del Paese: progettata dall’architetto francese Michel Pinseau, può accogliere 25 mila fedeli! L’architetto si è ispirato al Corano per il progetto, in particolare al versetto che recita “il trono di Dio fu costruito sull’acqua”: l’edificio si allunga infatti sopra l’Oceano Atlantico, che può essere ammirato dall’interno attraverso le ampie vetrate. L’architettura ha elementi islamici, cristiani e marocchini: infatti, entado in questa moschea, sembra si essere sia in una cattedrale che in una sinagoga! La moschea di Hassan II è aperta ai non musulmani e nel prezzo del biglietto è compresa la guida. 

 

 

Giorno 5: RABAT e trasferimento a FES

Devo dire che non mi aspettavo molto da Rabat, la capitale del Marocco e sede del governo, ma invece mi sono dovuta ricredere. Qui, a differenza di Casablanca, la modernità della capitale si fonde perfettamente con l’antica anima araba della città. La medina è a mio avviso una delle più belle di tutto il Marocco: le botteghe sono caratterizzate da bellissime decorazioni in legno, intagliate e dipinte. L’artigianato qui è davvero di ottima qualità e i commerciati sono molto più onesti che in altre città più turistiche. Tra i luoghi di maggiore interesse ci sono sicuramente la torre di Hassan, che faceva parte di una grande moschea costruita a partire del 1195 e distrutta dal terremoto del 1755. Non lontano si trova il Mausoleo di Mohammed V, decorato finemente con pietra lavorata e piastrelle di ceramica. Merita una visita anche la KASBAH LES OUDAYAS, quartiere storico di Rabat con una vista pazzesca sull’oceano. 

 

Giorno 6: FES

Poco distante da Rabat, tra le colline del Maghreb, si trova l’antica città imperiale di Fes, roccaforte della cultura e dell’identità del Paese. Fondata come capitale della dinastia Idrisid tra il 789 e il 808, è sede della più antica università del mondo e raggiunse il suo massimo splendore tra il 1200 e il 1300 quando scalzò Marrakech dal ruolo di capitale. L’antica medina, la più grande e meglio conservata del mondo islamico, dichiarata patrimonio dell’umanità Unesco, è un vero labirinto di stradine, oltre 9 mila, dove si trovano fontane e botteghe di ogni tipo! Per entrare nella Medina si attarversa la porta Bab Boujeloud, tutta decorata con maioliche blu e verdi.

 

Percorrendo il Souq di Fes, senza una logica, si arriva prima o poi ai luoghi di interesse: tra questi c’è la Medersa Bou Inania, uno dei pochi edifici religiosi islamici aperto ai non musulmani. Il complesso, costruito nel 1300, comprende una residenza per studenti, una moschea e una scuola islamica. Esempio di architettura Merinide, è considerato tra i più belli del Marocco grazie alla sua ricca decorazione che comprende interni in legno di cedro intarsiato, piastrelle zellige e un cortile d’ingresso in marmo. Bou Inania è l’unica madrasa di Fes ad avere un minareto.

 

Fes è conosciuta per essere la capitale della pelle: le concerie di Fez, o Chouara, con il loro odore pungente, le enormi vasche di pietra piene di pigmento e le pelli stese ad asciugare una dietro l’altra, sono famose in tutto il mondo. Qui sono impiegati tutt’oggi i processi utilizzati nel XVI secolo, quando Fes si è imposta come leader nella loro produzione,  per trattare diversi tipi di pelle. Le concerie sono accessibili pagando una mancia: scendendo nelle concerie è possibile vedere da vicino i frenetici lavoratori, con le gambe immerse in queste grosse cisterne di acqua colorate da diversi pigmenti, come il giallo curcuma, il blu indaco, il verde menta. Considerate tuttavia il forte odore che emanano le vasche, trattate con gli escrementi di piccione che serve come ammoniaca. Meglio addentrarsi nelle concerie con un ramo di menta sotto al naso o osservarle da uno dei tetti che le circondano, spesso di proprietà di negozi di pellame, che vi faranno accedere dopo aver lasciato una piccola mancia. Il momento migliore per visitare le Concerie è durante la mattina in quanto vi è più attività. 

 

 

Giorno 7: CHEFCHAOUEN

Situata nel nord-ovest del Marocco, sulle montagne del Rif, questa città blu attira sempre più visitatori da tutto il mondo. Dista 3 ore di macchina da Fes ( circa200 km) ma la strada per raggiungerla si inerpica su per le montagne e ci vuole davvero molto tempo. Nel 2019, Chefchaouen si classifica al nono posto per essere la città con le strade e i vicoli più belli del mondo. A Chefchaouen non c’è molto da vedere se non appunto le sue caratteristiche stradine, per cui una giornata è più che sufficiente!

 

 

Giorno 8 e 9: Il DESERTO di Merzouga

Non potevamo andare in Marocco e non visitare il deserto marocchino, Erg Chebbi, vicino a Merzouga: cosi abbiamo cercato un’escursione che ci portasse da Fes al deserto, prima di rientrare a Marrakech per tornare in Italia. E così abbiamo trovato un tour (online se ne trovano davvero molti) che ci offriva questa possibilità. Il primo giorno abbiamo percorso 470 km lungo le montagne del Middle Atlas, attraversando Ifrane, la Svizzera del Marocco, una cittadina dove in inverno si scia, e la foresta di cedri. Abbiamo poi rotolato verso sud percorrendo il Tizi N’talghomnt pass, passando per le gole Ziz, vicino ad Errachidia, fino alla diga Hassan Al’Dakhil.

 

 

Dopo aver costeggiato i palmeti lungo il fiume Ziz, vicino alla città Erfoud, abbiamo raggiunto Merzouga: qui si sale sul cammello che, dopo circa 3 ore, ti portano al campo tentato nel deserto. Tuttavia, ho trovato questa esperienza molto turistica.. 

 

 

 

Dopo aver trascorso la notte nel deserto, abbiamo ripreso il viaggio verso Marrakech, e percorso circa 564 km, attraversando le montagne dell’alto Atlas.

 

 

Il giorno successivo siamo rientrate in Italia. 

E’ stato sicuramente un viaggio intenso ma molto bello, che consiglio! 


 

 
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