Il trekking al ghiacciaio Fellaria è una spettacolare escursione che conduce fino a piedi del maestoso ghiacciaio Fellaria che, con le sue cascate, le grotte di ghiaccio e il lago glaciale caratterizzato dalla costante presenza di iceberg, ricorda molto la Patagonia e l’Islanda.

 

Quando si arriva di fronte al ghiacciaio Fellaria, si ha davvero l’impressione di essere catapultati in Islanda o addirittura in Patagonia: personalmente, questo ghiacciaio mi ha ricordato il ghiacciaio Serrano, che si trova proprio in Patagonia. Eppure ci troviamo in Italia, più precisamente in Valmalenco, in Provincia di Sondrio. Il Ghiacciaio Fellaria nasce a 3.500 metri, sull’Altipiano di Fellaria: da qui scendono verso valle 3 distinte lingue di ghiaccio, la Vadret da Palù, la colata orientale del Fellaria (Fellaria orientale) la Vedretta o Fellaria occidentale, quest’ultimi separati dal Passo dei Sassi Rossi. La superficie totale del Fellaria supera i 10 km quadrati ed è uno dei ghiacciai più estesi di tutte le Alpi italiane! Per ammirare questi ghiacciai del Gruppo del Bernina e far conoscere gli effetti del cambiamento climatico antropologico, nel 1996 il Servizio Glaciologico Lombardo (SGL) ha ideato il sentiero Glaciologico Liugi Marson

 

[ Fellaria orientale ]

[ Fellaria orientale, vista aerea con il drone ]

[ Vadret da Palù e la colata occidentale del Fellaria ]

 

Il trekking al Ghiacciaio Fellaria parte dal parcheggio della diga di Alpe Gera (costo del parcheggio per tutto il giorno 6 euro): da qualche anno sono davvero tantissime le persone che visitano il ghiacciaio ed è quindi meglio partire al mattino presto e prediligere i mesi di giugno e luglio, evitando la domenica. Dal parcheggio si risale la diga e, una volta in cima, la si attraversa e si imbocca il sentiero che costeggia il lato ovest del Lago di Gera, che si sviluppa lungo le pendici del Sasso Moro. Questo sentiero, che conduce fino al Rifugio Bignami,  non presenta particolari difficoltà, e sale senza un eccessivo dislivello. Dopo circa 1 ora di cammino, si raggiunge l’Alpe Fellaria, dove si trova il Rifugio Bignami, a 2.400 m slm.

 

[ Lago di Gera e in lontananza il Fellaria ]

[ Rifugio Bignami ]

[ Vista del Fellaria dal Rifugio Bignami ]

 

Dal Rifugio Bignami, parte il sentiero glaciologico Luigi Marson, che, come accennavo sopra, si divide in tre ramificazioni, A, B e C. Il sentiero che porta direttamente al ghiacciaio Fellaria è il percorso C, che, dal Bignami, ha un dislivello di 360 m per 2.30 ore di cammino dal rifugio, solo andata. Il percorso B segue inzialmente il percorso C ma prima di raggiungere il ghiacciaio devia e porta fino alla piana Fellaria occidentale. Il percorso A, è il più lungo: essendo arrivati di buon mattino, abbiamo deciso di percorrere questo sentiero, che ci ha permesso di vedere più da vicino il Vadret da Palù. Il sentiero A risale la cresta della morena laterale del Fellaria: dalla cima della morena poi si scende e ci si ricongiunge al sentiero C, che porta al ghiacciaio. Se decidete di percorrere il sentiero A, tenete a mente che il dislivello complessivo aumenta notevolmente come anche i tempi di percorrenza: noi abbiamo impiegato in totale circa 6 ore (a fine giornata, avevamo macinato circa 15 km con 900 m di dislivello positivo) ma ognuno ha le sue tempistiche ed è quindi meglio partire al mattino presto!

 

[ Vadret da Palù ]

 

Considerando che tutti i sentieri si sviluppano su antiche morene glaciali, ci si trova spesso ad attraversare torrenti o pietraie e quindi il sentiero non è sempre ben visibile ma è comunque ben segnalato da segni blu che riportano la lettere del percorso scelto. Se si opta per il percorso C che porta direttamente al ghiacciaio, basterà seguire gli altri escursionisti, dato che la maggior parte delle persone scelgono questo percorso. Personalmente, avendo percorso il sentiero C al ritorno, mi sento di dire che è anch’esso abbastanza impegnativo, per cui meglio fare qualche escursione prima del trekking al ghiacciaio Fellaria: considerate che l’ultima parte del percorso risale la morena ed è abbastanza in pendenza. Si tratta infatti pur sempre di un trekking in alta montagnat: il sentiero, come dicevo, è spesso sconnesso, con numerose pietraie da attraversare. Consiglio scarponcini da trekking e uno zaino con tutto il necessario per un’escursione lunga sopratutto giacca perché davanti al ghiacciaio fa freddo. 

 

 

[ Istantanee del percorso C ]

 

Quando si arriva davanti al ghiacciaio Fellaria, si resta senza fiato. Il fronte del ghiacciaio è davvero imponente, e si affaccia sulla laguna dove sono quasi sempre presenti piccoli blocchi di ghiaccio. Alzando lo sguardo, si vede la parte più alta del ghiacciaio, con guglie e seraccate che ogni tanto si staccano, facendo un grande frastuono. Le cascate, corrono lungo le verticali pareti rocciose, rendendo il paesaggio davvero incredibile. Mi raccomando, come dicevo sopra, il ghiacciaio e pericoloso, attenzione a non avvicinarsi troppo!

 

 

Per quanto questo ghiacciaio sia affascinante, è una chiara testimonianza di come i ghiacciai delle nostre Alpi stiano scomparendo. Ciò che rende “affascinante” il Fellaria è sicuramente la presenza di una laguna che si sviluppa ai piedi del fronte glaciale, caratterizzata dalla presenza di piccoli iceberg: tuttavia, il laghetto della Vedretta orientale di Fellaria è la testimonianza di come questo ghiacciaio si stia ritirando sempre più rapidamente. ll laghetto infatti, formatosi a partire dal 2006, secondo gli esperti del Sgl, «in soli 14 anni, dal 2007 al 2021, ha raggiunto una superficie di 201.350 metri quadrati, diventando il più grande lago naturale dell’intera Valmalenco», circa 30 campi da calcio per intenderci. Sempre parlando di campi da calcio, secondo l’Sgl, ogni anno il Fellaria perde una superficie pari a  220 campi da calcio (1,6 km quadrati). E non sono i crolli di seracchi a dover allarmare, alzi: finché ci sono i crolli, significa che il ghiacciaio è vivo. l’SGL chiarisce che purtroppo quello che la catastrofe è la fusione, cioè la trasformazione del ghiaccio solido in acqua. Se vuoi approfondire questo argomento, ne ho parlato anche qui

 

 

Infine, per chi se lo stesse chiedendo, il trekking al ghiacciaio Fellaria può essere percorso con il proprio cane: attenzione però, Tania non ha avuto problemi a salire ma come dicevo sopra si tratta di un sentiero di alta montagna, per cui il vostro cane deve essere un minimo allenato!

Una volta raggiunto il ghiacciaio, si torna indietro per il medesimo sentiero descritto sopra. Di seguito lascio altre foto dell’escursione, buone camminate! 🙂

 
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