Durante il nostro viaggio in Cile, dopo aver visitato il Norte grande, abbiamo trascorso una settimana nella selvaggia Patagonia cilena meridionale.
Nonostante sia uno dei luoghi più desolati e impervi al mondo, la Patagonia richiama ogni anno moltissimi visitatori, spinti dal desiderio di scoprire le meraviglie naturali di questa terra incontaminata che si estende tra il Cile e l’Argentina.
Partendo da Punta Arenas abbiamo raggiunto la regione di Ultima Esperanza dove si trova il Parco Nazionale Torres del Paine; attraversando la pampa argentina abbiamo poi raggiunto El Calafate per visitare il ghiacciaio del Perito Moreno; infine siamo tornati in Patagonia cilena per la navigazione nel fiordo di Ultima Esperanza.

 

Di seguito:
itinerario giorno per giorno
– informazioni utili

 

GIORNO 1: TRASFERIMENTO A PUNTA ARENAS

Dall’aeroporto di Santiago del Cile ci vogliono circa 3 ore di volo per raggiungere Punta Arenas, capoluogo della regione di Magellano. Questa piccola città si trova nell’estremo Sud America e si affaccia sullo Stretto di Magellano, che separa il continente dalla Terra del Fuoco. Con le sue colorate casette in legno con il tetto spiovente, Punta Arenas ricorda molto i paesini del Nord Europa. Qui vivono 30.000 persone che vivono grazie al turismo e alla pesca.
L’aeroporto dista dal centro della città circa 20 km: la Costa Nera é la strada panoramica che costeggia lo Stretto e permette di raggiungere il centro.
Dopo aver depositato i bagagli in albergo, siamo usciti per cenare: dato il forte vento, ci siamo fermati in un ristorante vicino alla piazza principale per poi rientrare subito in albergo.

 

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[ Punta Arenas ]

 

GIORNO 2: PARCO NAZIONALE TORRES DEL PAINE

Puerto Natalas dista da Punta Arenas 300 km ed è il punto di partenza per la visita al Parco Nazionale Torres del Paine. Partendo all’alba da Punta Arenas, con un piccolo bus abbiamo raggiunto Puerto Natales e dopo aver depositato i bagagli in albergo abbiamo partecipato ad una escursione organizzata al Parco Nazionale Torres del Paine: l’ideale sarebbe trascorrere almeno qualche giorno in questo immenso parco ma noi purtroppo avevamo poco tempo a disposizione. L’escursione in giornata si è rilevata una buona scelta: abbiamo avuto modo di visitare il Lago Grey e raggiungere diversi punti panoramici. Il mini bus ospitava solo 10 persone e il prezzo è abbastanza economico.

Prima di raggiungere il Parco, abbiamo visitato la Cueva del Milodon: milioni di anni fa la Patagonia era ricoperta da ghiacciai perenni che lentamente iniziarono a sciogliersi: si svilupparono molte forme di vita, tra cui il milodon, una specie di bradipo preistorico di cui sono stati ritrovati i resti in una grotta, oggi denominata Cueva del Milodon. Nei pressi questa grotta ne sono state scoperte altre con all’interno delle pitture rupestri che testimoniano la presenza dell’uomo in Patagonia fin dalla preistoria.

Dal centro informazioni si percorrono circa 350 m per raggiungere la grotta: il percorso, che si snoda nella verde vegetazione patagonica, è arricchito da pannelli esplicativi e sagome che riproducono gli animali preistorici che vivevano qui.

 

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[ Cueva del Milodon ]

 

Terminata la visita, ci siamo diretti verso il famosissimo Parco Nazionale Torres del Paine. Questo Parco è sinonimo di Patagonia: è uno dei parchi più grandi e meravigliosi di tutto il Cile che, con una superficie di 242.242 km², offre paesaggi spettacolari con laghi, cascate, vallate, ghiacciai; inoltre è l’habitat di molte specie di animali, tra cui puma e guanachi.
Il parco è meta ambita per gli amanti del trekking: oltre al W, trekking di 5 giorni che si snoda tra le montagne granitiche e le ampie vallate, esistono diversi percorsi che conducono alle pedici delle famose vette e ai loro ghiacciai. Inoltre si possono svolgere numerose attività tra cui percorsi in bicicletta, campeggio, pesca e scalata.

 

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[ Le torri del Paine ]

 

Entrando dalla Serrano Entrace (21.000 pesos cileni a persona) si trova il centro del Conaf dove si possono trovare mappe e informazioni. A circa 20 km si trova il Lago Grey, che si raggiunge con una piacevole passeggiata di 20 minuti partendo dalla Grey Ranger Station. Questo lago glaciale si è formato a seguito dello scioglimento del ghiacciaio Grey che, aguzzando la vista, si può vedere in fondo al lago. Nel 1948 il ghiacciaio arrivava fino all’inizio della spiaggia ma nel corso del tempo si è ritirato.

Il lago è ricoperto da piccoli frammenti di ghiaccio e vicino alla costa ci sono alcuni blocchi più grossi. Lo scenario è davvero impressionante e il vento è il regista di questo spettacolo: muovendo l’acqua, crea alte onde che si infrangono contro i blocchi di ghiaccio e spostando le nuvole fa uscire a tratti il sole che risalta il colore blu intenso del ghiaccio. Il panorama cambia continuamente! Questa è la magia della natura, la magia della Patagonia.

 

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[ I ghiacci del Lago Grey ]

 

Ripreso il mini bus, abbiamo proseguito la visita, fermandoci in diversi punti panoramici. Le strade sono sterrate ma facilmente percorribili e attraversano paesaggi brulli, verdi pascoli e lagune: ad ogni curva il paesaggio cambia e regala emozioni! Lungo tutto il tragitto si vedono guanachi pascolare.

La prima tappa è stato il Lago Pehoè: grazie alla luce del sole che filtra tra le nuvole, le acque di questo lago glaciale si tingono di diverse tonalità di turchese, dove si specchiano le imponenti vette dei Cuernos del Paine.

Successivamente abbiamo raggiunto i limpidi specchi d’acqua del Lago Nordenskjold e della Laguna de Los Cisnes che, grazie i Cuernos del Paine sullo sfondo, creano paesaggi da cartolina.
Nonostante il forte vento, vale la pena sedersi su una delle tante rocce e ammirare in silenzio questo panorama: le vette dei Cuernos sembrano molto vicine e nelle profonde insenature si vedono i ghiacciai perenni.

Le ultime due soste sono state alla cascata del Paine e poi alla laguna Amarga: le nubi lentamente si sono diradate e ci hanno permesso di ammirare da lontano per pochi minuti le celebri Torres del Paine, i tre monoliti di granito famosi in tutto il mondo.

 

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[ Lago Nordenskjold ]

 

Grazie alle restrittive norme del Conaf il paesaggio viene tutelato e preserva la sua bellezza incontaminata.

 

GIORNO 3: TRASFERIMENTO A EL CALAFATE

In Argentina, proprio accanto alle alte vette del Parco Torres del Paine, si trova il Parco Nazionale Los Glaciares, che comprende il famoso ghiacciaio Perito Moreno. Data la vicinanza abbiamo deciso di oltrepassare il confine e raggiungere El Calate, da cui partono le escursioni per il Perito Moreno.
Da Puerto Natale a El calate ci sono circa 300 Km e la compagnia Turismo Zahhj offre servizio giornaliero per il trasferimento: i bus sono confortevoli e dotati di servizi a bordo. Per raggiungere l’Argentina il bus attraversa la frontiera al Cerro Castillo Rio Don Gulliermo (vi ricordo che la frontiera Argentina chiude per pranzo). L’autista del bus ha un elenco con i nomi dei passeggeri e li consegna alla polizia, velocizzando le procedure doganali.
Una volta oltrepassato il confine il paesaggio cambia radicalmente: le alte vette del Torres del Paine si allontanano e la pampa argentina si estende a perdita d’occhio. Lungo il tragitto si possono vedere numerosi pascoli di pecore e alcune estancias.
Dopo tre ore e mezza raggiungiamo El Calafate, piccola cittadina che si affaccia sulle gelide acque del Lago Argentino, il più grande di tutto il Paese.
El Calafate è punto di partenza per la visita del Parco Los Glaciares. La stazione dei bus si trova in posizione sopraelevata ma con una breve scalinata si raggiunge la strada principale, Avenida Liberador San Martin, dove si trovano numerosi ristoranti, negozi e agenzie.
È una città molto curata e pulita che offre diversi servizi ai visitatori, soprattutto per quanto riguarda la visita al parco Los Glaciares.

 

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[ El Calafate ]

 

Scendendo verso il Lago Argentino, si raggiunge la laguna Nimez, un paradiso per gli amanti del bird-watching. Questa riserva naturale, protetta dal comune, è facilmente raggiungibile dal centro (10 minuti a piedi) e ospita tantissime specie di volatili, tra cui fenicotteri rosa e falchetti.
Il sentiero, ricco di cartelli esplicativi, si snoda lungo la laguna e permette l’osservazione dei diversi volatili. Ovunque vedrete i cauquenes, oche patagoniche monogamiche.

 

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[ Laguna Nimez ]

 

In uno dei tanti ristoranti del centro potrete assaggiare la squisita carne argentina e assaggiare il calafate: questa è una bacca patagonica che, secondo i locali, chi la mangia tornerà di sicuro in Patagonia. Vi consiglio il ristorante El Cucharón (9 Julio n. 145).

 

GIORNO 4: ICE TREKKING SUL PERITO MORENO

Il giorno tanto atteso è arrivato! A circa 80 km da El Calafate si trova il Parco Los Glaciares, inserito nel patrimonio dell’Unesco, che comprende 47 ghiacciai della calotta glaciale delle Ande, tra cui il Perito Moreno. Questo ghiacciaio è famoso in tutto il mondo per essere facilmente accessibile ed essere l’unico in costante avanzamento (ma la sua storia ve la racconterò in un altro post!).

 

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[ Il Perito Moreno ]

 

Con l’agenzia Hyelo Y Aventura (www.hieloyaventura.com) abbiamo partecipato al trekking sul ghiacciaio. L’escursione prevede una sosta di un’ora alle passerelle e poi il trasferimento lungo il braccio nord del Lago Argentino per raggiungere il rifugio e iniziare il trekking. Noi abbiamo scelto il mini trekking ma per chi vuole trascorrere più tempo sul ghiacciaio c’è il big ice. Non c’è differenza tra i due trekking se non la diversa durata (2 ore il mini trekking, 4 ore il big ice) . Con i ramponi ai piedi abbiamo provato l’esperienza di camminare su questo ghiacciaio straordinario e grazie a due guide esperte, ci sono state fornite molte spiegazioni sui ghiacciai.

 

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[ Ice trekking sul ghiacciaio ]

 

GIORNO 5: TRASFERIMENTO E VISITA A PUERTO NATALES

Si ritorna in Patagonia cilena. Mentre all’andata abbiamo fatto presto, al ritorno abbiamo perso molto tempo alla frontiera cilena. Ogni volta che si entra in Cile la polizia vi consegnerà un foglio da compilare, richiesto dal Ministero della Agricoltura inerente al programma di protezione dei prodotti locali. Questo andrà consegnato alle autorità locali prima di entrare nel Paese e nel contempo i vostri bagagli verranno sottoporti ad un controllo sotto il metal detector.

Arrivati a Puerto Natales abbiamo fatto un giro per il centro. Nonostante sia l’unica città che si trova vicino ad Parco Torres del Paine, Puerto Natales ha conservato la sua identità e non è stata sopraffatta dallo sviluppo del turismo. Solo nei pressi della piazza e della strada principale si trovano hotel e negozi di famose marche come Salomon, per il resto Puerto Natales è un insieme di piccole casette col tetto in lamiera circondate da verdi pascoli.
Nel centro della città potete visitare il centro artigiani dove si possono trovare bellissimi capi in lana fatti a mano a prezzi bassi; raggiunto il lungo mare, vedrete il “monumento della mano” che si affaccia sul fiordo di Ultima Esperanza e rappresenta i ghiacciai che nel corso del tempo sono usciti dal mare.

 

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[ Puerto Natales ]

 

GIORNO 6: NAVIGAZIONE NEL FIORDO DI ULTIMA SPERANZA

Quando i portoghesi arrivarono in Patagonia restarono colpiti dal paesaggio desolato e selvaggio che caratterizza questa zona e decisero di chiamare questa regione Ultima Esperanza. Ancora oggi visitando il fiordo e i dintorni di Puerto Natales ci si rende conto di come come qui la natura regni sovrana.

Partendo da Puerto Natales (precisamente dal piccolo Puerto Bories che si trova fuori città – ma la compagnia offre servizio di trasfer dal centro -), con la compagnia Turismo 21 de Mayo abbiamo intrapreso la navigazione del fiordo di Ultima Esperanza. Questo fiordo si è formato nel corso dei millenni a seguito dello scioglimento dei ghiacciai e si estende fino al Parco Nazionale O’Higgins.

Lungo il precorso, garanzie alle dettagliate spiegazioni degli assistenti e dei marinai, abbiamo visto colonie di cormorani, le cascate e i condor, fino a raggiungere il Parco Nazionale O’Higgins, uno dei più remoti della Patagonia. Dall’imbarcazione abbiamo ammirato il ghiacciaio Balmaceda che purtroppo sta ritirando molto rapidamente.

Dopo aver attraccato a Puerto Toro, con una breve passeggiata abbiamo raggiunto il ghiacciaio Serrano che si sta anch’esso ritirando. Attraversando la foresta di lenga si costeggia il piccolo lago glaciale che ha formato il ghiacciaio stesso e dopo essere risaliti sulla barca si raggiunge l’estancia Perales, dove viene servito il pranzo.
In serata abbiamo preso il bus per Punta Arenas.

 

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[ La navigazione nel fiordo ]

 

GIORNO 7: PUNTA ARENAS

In mattinata avevamo prenotato la visita all’Isola Magdalena per vedere le colonie di pinguini ma purtroppo le correnti dello Stretto di Magellano non hanno permesso la navigazione. Abbiamo quindi deciso di visitare Punta Arenas: dalla piazza principale siamo saliti fino al mirador per godere di una bellissima vista sull’intera città. Con un taxi abbiamo poi raggiunto il Museo Reo Victoria: questo insolito museo riproduce la Victoria, la nave con cui Magellano nel 1519 raggiunse la Patagonia. La fedele riproduzione permette ai visitatori di comprendere come sia stato difficile per Magellano e la sua flotta navigare in queste impervie acque, dove l’Oceano Pacifico incontra l’Oceano Atlantico: la flotta di Magellano partì con 5 navi e 260 uomini ma una solo tornò, con 18 uomini a bordo. Oltre alla Nave di Magellano sono riprodotte altre imbarcazioni che in passato navigarono in queste acque come la Hms Beagle, che permise a Darwin di raggiungere il Sud America.

 

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[ Lo Stretto di Magellano ]

Si è così concluso il nostro viaggio in Cile: nel pomeriggio abbiamo preso l’aereo per Santiango e il giorno successivo siamo rientrati in Italia.

 

INFORMAZIONI E LINK UTILI

– Noi abbiamo visitato la Patagonia nel mese di novembre (primavera australe). Il tempo è variabile ma non essendo ancora alta stagione, ci sono pochi turisti. Ricordate di portare con voi vestiti pesanti, sopratutto una giacca a vento è un k-way. Il vento è molto forte e freddo, quindi cercate di coprirvi bene. Non dimenticate la crema solare!
– Per i trasferimenti con i bus: Punta Arenas-Puerto Natales: turismo Zahhj. Puerto Natales-El Calafate: Buses Fernández.
– Il Conaf è un organo dipendente dal Ministero dell’Agricoltura e si occupa delle politiche forestali in tutto il Cile e gestisce i parchi Nazionali. Per maggiori informazioni: www.conaf.cl.
– Siti parchi nazionali: www.torresdelpaine.com, www.losglaciares.com.
– Tekking/Navigazione Perito Moreno Hyelo Y Aventura: www.hyeloaventura.com.
– Per visitare il Cile basta il passaporto con sei mesi residui di validità. In questo modo potrete restare nel Paese 90 giorni. Alla frontiera la polizia vi consegnerà un piccolo foglio che dovrete conservare per tutta la durata del soggiorno e consegnare indietro quando uscirete dal Paese. Sull’aereo (o quando entrate nel Paese) vi verrà consegnato un foglio da compilare: il foglio è richiesto dal Ministero della Agricoltura in base a un programma di protezione dei prodotti locali. Questo andrà consegnato alle autorità locali prima di entrare nel Paese e nel contempo i vostri bagagli verranno sottoporti ad un controllo sotto il metal detector.

Per leggere il post inerente alla prima parte del viaggio nel Norte Grande, clicca qui.


 

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