Il rumore assordante dei campanacci. Le grottesche maschere in legno dall’espressione cupa. La processione. Gli abiti irsuti di pelle di pecora. Il rito di vestizione. La folla impaziente.
Sono questi gli elementi che caratterizzano una delle tradizioni più belle della Sardegna, il Carnevale di Mamoiada.

Nel parte centrale della Sardegna, lontana dai lussuosi resort delle coste, si trova la Barbagia, la zona più impervia e autentica della Sardegna. Il nome deriva dal latino barbaria che significa straniera, in quanto i romani, nonostante innumerevoli tentavi, non riuscirono mai a sottometterla. Questo spirito di indipendenza caratterizza ancora oggi la Barbagia, che si estende dal massiccio del Gennargentu fino all’Ogliastra. In questo territorio di 1.300 km² vivono circa 120.000 persone che, orgogliose delle proprie origini, amano la propria terra e cercano di valorizzarla al meglio.

 

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Nei paesini della Barbagia si celebrano numerose feste tradizionali e una delle più sentite è il Carnevale di Mamoiada.
Durante questa manifestazione folkloristica, per le strade del paese sfilano le maschere dei Mamuthones e degli Issohadores, che hanno reso celebre questo carnevale.

Visitando la Barbagia, ho assistito a questa suggestiva manifestazione. Prima della processione, chiesi ad un signore di Mamoiada quali fossero le origini di questa festività e lui mi disse: “molto tempo addietro!” e poi continuò spiegandoci il significato di queste maschere.

Le origini di questo rito agricolo vengono ricondotte al culto dionisiaco e si ritiene che in origine la processione rappresentasse il sacrificio del dio Dionisio e il passaggio dall’inverno alla primavera. Non sono chiare le origini di questo rituale ma con il passare degli anni le maschere hanno sempre rappresentato gli spiriti negativi che, durante la processione, vengono allontanati dal paese prima dell’arrivo della primavera.

I Mamuthones indossano maschere mostruose di legno e la mastruca, una casacca di lana grezza di pecora e montone, e sulla schiena portano degli enormi campanacci, alcuni da 30 kg. Durante la processione, sono dodici (forse rappresentano i mesi) i Mamuthones che percorrono le strade del centro di Mamoiada: muovendosi con piccoli salti secondo uno schema preciso e in perfetta sincronia, fanno suonare rumorosamente i campanacci che, insieme al loro travestimento dall’aspetto primitivo, rendono la loro danza molto cupa e impressionante.

 

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Insieme ai Mamuthones sfilano anche gli Issohadores, il cui abbigliamento ricorda molto quello di antichi gendarmi: sul capo indossano la berretta sarda legata al mento da un fazzoletto colorato e un corpetto rosso sopra la camicia bianca. Anche loro indossano delle maschere ma non sono tetre come quelle dei Mamuthones, sono bianche. Gli Issohadores devono allontanare i Mamuthones dal paese, e quindi li circondano durante tutta la processione. Essi si muovono con passi più agili e sciolti, e ogni tanto rompono il ritmo della loro danza lanciando la Soha, un lazzo in corda, e catturando qualche spettatore in mezzo alla folla.

 

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Il Carnevale di Momoiada inizia il 17 gennaio con la Festa di Sant’Antonio Abate, durante la quale si accendono enormi falò in tutta la città, e si conclude il mercoledì delle ceneri.

Durante il carnevale sfilano anche gruppi folcloristici di altri paesi sardi, come ad esempio i Boes, i Merdules e i Thurpos, che indossano maschere simili ai Mamuthones e agli Issohadores.

Per tramandare di generazione in generazione questa antica danza, anche i bambini partecipano al carnevale, sfilando con le proprie maschere dopo gli adulti.

 

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Nel corso dell’anno, la pro loco di Mamoiada organizza eventi durante i quali i Mamuthones fanno la loro danza rituale, e durante il mese di luglio viene festeggiato il carnevale estivo, durante il quale si può respirare l’atmosfera suggestiva del Carnevale di Momoiada.
Se si visita la Barbagia e si vuole assistere alla processione di queste maschere, ci si può informare presso l’ufficio turistico di Dorgali oppure consultare il sito web della pro loco di Mamoiada.
In alternativa, se non si ha la possibilità di assistere a nessuna delle manifestazioni, presso il museo delle maschere mediterranee a Mamoiada è possibile vedere alcuni manichini vestiti con gli abiti tradizionali dei Mamuthones. (museodellemaschere.it).

 

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“La tradizione custodisce dentro di sé molte storie e diversi strati. Forse non si tratta più di preservare la comunità dai rischi della vita e delle stagioni, verso la prosperità nella nuova primavera attesa, come ogni anno: anche se questa speranza, nella sua attesa, è certamente dentro molti cuori.
La trasformazione progressiva da rituale comunitario a evento di forte richiamo mediatico ha reso il carnevale di Mamoiada una processione sostanzialmente urbana.
Questo è lo ‘strato’ che stiamo vivendo.
Ma se oggi il rito è attraversato da nuove funzioni e significati, prodotti di una società diversa da quella tradizionale, le maschere di Mamuthones e Issohadores guidano una comunità che non dimentica la tradizione e l’antica magia, e sostiene con forza la propria identità.”
(associazione Atzeni Mamoiada).


 

 
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