Se dovessi descrivere con una parola l’Uzbekistan, userei “mix”: è stata la mia prima volta in Asia centrale e mi sono trovata catapultata in una terra dove la stupenda architettura islamica incontra le etnie dai lineamenti asiatici e l’idioma russo. Fulcro della mitica via della seta, l’Uzbekistan è ancora poco visitato ma sicuramente è di un incanto disarmante: questo suo mix di culture ed etnie lo ha reso ai miei occhi estremamente affascinante e ogni tappa del viaggio è stato puro stupore!

“Ma dove si trova l’Uzbekistan?” E’ stata questa la domanda che mi hanno fatto diverse persone quando ho detto che avevo fatto un viaggio in questo paese con il nome strano. Ed è un paese strano veramente, un paese islamico ma laico, dove la chiamata alla preghiera del muezzin si sente solo in sottofondo, dove i cartelli sono scritti in russo e le moschee e i bellissimi palazzi sono decorati in stile arabo. L’Uzbekistan deve questa sua contaminazione di diverse culture e popoli alla sua posizione geografica: si trova infatti in Asia Centrale, situato lungo la rotta dell’antica Via della Seta, una rete di rotte commerciali tra Cina, India, Uzbekistan, Turchia ed Italia utilizzate fin dal II sec. a.C. per il commercio di merci, tra cui la seta cinese, la più pregiata. Inoltre, è una delle ex repubbliche sovietiche, diventato indipendente nel 1991, ma l’influenza russa permane anche oggi.

[Samarcanda by night]

PILLOLE per ORGANIZZARE UN VIAGGIO IN UZBEKISTAN

Come dicevo sopra, l’Uzbekistan è un Paese ancora poco visitato, che si sta affacciando al turismo in modo timido ma efficiente: le città sono tra loro ben collegate e i principali luoghi di interesse sono ben indicati e valorizzati. E’ un paese che ha davvero molto da offrire e i posti da visitare sono davvero molti ma se ci concentriamo sulle città della via della seta, è possibile visitarlo in circa 1 settimana/10 giorni.

Per entrare in Uzbekistan serve il passaporto ma non il visto (meglio sempre però prima di partire consultare il sito della Farnesina): il modo migliore per spostarsi da una città all’altra è in treno, perchè le condizioni delle strade non sono pessime ma bisogna essere molto indipendenti perchè qui l’inglese si parla pochissimo e le indicazioni sono in russo. Altri trasferimenti si possono effettuare in bus anche tramite agenzie: noi ci siamo affidate alla Marco Polo Central Asia Travel.

L’Uzbekistan è un paese pericoloso come qualsiasi altro luogo al mondo dico io, nel senso che vige il buon senso: sicuramente le persone sono molto cordiali e di una gentilezza che ho trovato in pochi altri paesi e quindi in caso di bisogno, ci sarà sempre qualcuno disposto a dare una mano.  Infine, il periodo migliore per visitare l’Uzbekistan è in primavera (aprile-maggio) o in autunno (settembre-ottobre), quando le temperature sono ancora piacevoli.

Per raggiungere l’Uzbekistan (che ha un fuso di circa 4 ore rispetto all’Italia), è possibile volare con la compagnia di bandiera, la Uzbekistan Airlines, che parte da Roma: ci vogliono circa 7 ore di volo. Il principale aeroporto è quello della capitale Tashkent.

[ Khiva ]

ITINERARIO DI VIAGGIO di 1 settimana
Giorno 1: LA CAPITALE TASHKENT

Il viaggio in Uzbekistan inizia dalla sua capitale, una delle città più moderne dell’Asia Centrale, nonché la più grande. Arrivando, si assapora un’atmosfera calma e ordinata: le strade sono pulitissime e ampi parchi abbelliscono la città. Sicuramente la capitale non ha lo stesso fascino da mille e una notte delle altre città uzbeke, ma merita una visita perché è qui che si respira l’eredità del periodo sovietico: i palazzi sono squadrati, i monumenti richiamano l’architettura lineare sovietica e l’ordine è assicurato dai numerosi poliziotti.

[ Barak-Khan Madrasa ]

L’anima più storica e antica della città è racchiusa nel piccolo centro storico, dove si trova la Barak-Khan Madrasa e dove è conservato il Corano del Califfo Osman, il più antico di tutti i corani. Ma questa antica Madrasa (scuola coranica), è di fatto l’unico monumento storico della città, costellata più che altro da monumenti sovietici.

Tra questi c’è sicuramente la metropolitana, una delle più belle al mondo perché ogni fermata è minuziosamente decorata con stili diversi che richiamano alla cultura uzbeka e alla storia dell’Unione Sovietica, come la fermata dedicata al cotone (l’Uzbekistan è uno dei principali produttori al mondo: nella foto i mosaici rappresentano il fiore del cotone) ai cosmonauti, dove si trovano mosaici dedicati a Yuri Gagarin e Valentina Tereshkova. Le più belle sono: Alisher Navoi, Mustakillic Maydoni, Paxthakor, Kosmonautical.

[ stazione Alisher Navoi ]

Ho trovato molto interessante il mercato coperto di Chorsu, che si sviluppa dentro una cupola blu gigante: qui è un brulicare continuo di persone che vendono di tutto, diligentemente organizzate in settori (frutta, pane, carne, frutta secca..). Sono rimasta affascinata dal settore dove si produce il pane uzbeko, la lepeshka, una pagnotta rotonda piatta decorata al centro da un tibro: entrando in quest’ala del mercato, si viene inebriati dal profumo del pane appena sfornato dai caldi forni in argilla (tandir).

[ Il mercato Chorsu ]

E poi, segno distintivo di Kashkent sono le innumerevoli Chevrolet bianche: in Uzbekistan si trova il principale centro di produzione e quasi tutti hanno una Chevrolet perché la tassazione sulle macchine importate è troppo elevata!

Giorno 2 e 3: SAMARCANDA

Per raggiungere Samarcanda abbiamo utilizzato il treno ad alta velocità: è possibile scgliere tra due compagnie, la Afrasijab o la Sharq, molto efficienti, pulite e puntuali. 

Città dalle origini antichissime e dal fascino senza tempo, Samarcanda non delude le aspettative di chi la visita per la prima volta.. Tamerlano la portò al suo massimo splendore e la bellezza di questa città è racchiusa nell’iconica Piazza Registan, un tempo centro dei commerci della Via della Seta: qui si trovano tre splendide Madrase, una di fronte all’altra, tutte diverse tra loro perché nella cultura islamica la perfezione appartiene solo a Dio. Le decorazioni e i colori di queste antiche scuole coraniche sono ipnotiche e colpisce anche il fatto che tutte e tre le madrase “pendano” e siano abbastanza storte!

[ Dettagli dei palazzi di Piazza Registan ]

Molto bello anche il mausoleo di Gur-e-Amir, dove riposa Tamerlano e la moschea di Bibi-Khanym ma quello che mi ha lasciato davvero a bocca aperta è stato lo Shah-I-Zinda, un complesso di mausolei costruiti uno dietro l’altro decorati con stupende decorazioni musulmane: piastrelle, mosaici e cupole creano un’armonia che lascia senza fiato.. I colori azzurro, blu e turchese rappresentano il cielo e la vicinanza a Dio.. Sicuramente merita un viaggio in Uzbekistan solo per vedere questo complesso!

[ Il complesso di Shah-I-Zinda ]

Giorno 4: verso Bukara

Giornata di trasferimento verso Bukara, questa volta con il bus per un totale di 7 ore e mezza di viaggio, su strade dissestate, quelle che un tempo venivano percorse dai commercianti che da Oriente si dirigevano verso Occidente attraversando campi coltivati, diversi villaggi con alcune soste: abbiamo visitato Sachri Sabz, la città natale di Tamerlano, dove si trovano le rovine del Palazzo d’Estate e i Mausoleo di Jehangir (il figlio prediletto di Talemano) e la moschea Kok Gumbaz. Questa città, dove i monumenti che ho citato si trovano tutti uno di fianco all’altro, è per gli uzbeki un lugo di pellegrinaggio. 

[ Sachri Sabz ]

Giorno 5: BUKHARA, la nobile.

All’arrivo a Bukhara in tarda serata, ci accoglie la piazza Lyabi-Hauz illuminata e li capisco perchè questa città è considerata una delle meraviglie dell’Uzbekistan: denominata “la sacra”, ospita più di 140 edifici storici, tutti Patrimonio UNESCO.

Mentre a Tashkent e Samarcanda si percepisce l’influenza sovietica, a Bukhara si torna indietro nel tempo, all’epoca di Tamerlano: i contrasti tra le pareti di argilla dei monumenti e le fini decorazioni islamiche, si fondono in un connubio davvero incantevole..! Sono davvero tantissimi i monumenti da visitare e anche qui la cortesia e la gentilezza della gente ci permette di trascorrere dei giorni davvero piacevoli..

[ Bukhara ]

Alcuni dei monumenti di maggiore interesse si trovano fuori dal centro: da non perdere sono il Mausoleo di Ismal Samani in mattoni con tombe curve che richiamano gli archi, simbolo sacro all’Islam, e poco distante si trova la Moschea Labi Hauz, con di fronte una grande vasca. Poco lontano si trova anche la Cittadella Ark, una fortezza gravamente distrutta a inizio Novecento dall’armata russa.

[ Chor Minor ]

Verso il centro della città si trova il complesso di Chor Minor con i suoi splendindi 4 minareti, oggi libreria. Al pomeriggio ci siamo dedicati alla visita del centro di Bukara: nella pizza principale si trova una bella Madrasa con il suo minareto, con bellissimi negozi di tessuti artigianali come il famoso suzani. 

[ Madrasa di Bukhara ]

[ Lavorazione artigianale di suzani uzbeki ]

Giorno 6 e 7: KHIVA

L’ultima tappa del viaggio in Uzbekistan è stata Khiva, che mi ha lasciato davvero a bocca aperta. Per raggiungerla abbiamo percorso in bus un tragitto di 6 ore e mezza, attraversando una zona desertica, al confine con il Turkmenistan. 

Questa splendida città si trova infatti vicino al deserto: ci accoglie un vento freddo e pungente e una statua di carovanieri e cammelli, ricordandoci che siamo sulla Via della Seta..

Varcate le mura sinuose della città vecchia, patrimonio UNESCO, decine di madrase, moschee e mausolei ci lasciano senza parole. L’unica pecca di questa bellissima città sono i banchetti di souvenir che invadono letteralmente tutte le strade.. L’unico modo per godersi la Khiva, è entrare nella città vecchia di buon ora.

[ Khiva ]

Così nel pomeriggio iniziamo l’esplorazione, varcando le mura di questa antica città, davvero meravigliosa. Entrando dalla porta principale (Ichon-Qala), subito sulla sinistra si resta colpiti dall’imponente minareto tozzo e turchese della Madrasa di Amin Khan, oggi hotel; poco distante, si trova la Moschea Jama, con le sue 218 colonne intagliate in legno. Altri luoghi di interesse sono la Madrasa di Akah Kurikhan e quella di Murad Inaq, vicine al palazzo di Tosh Houli del 1830, un vero e proprio labirinto con tantissimi corridoi e cortili interni.

[ Dettagli del Palazzo Tosh Houli ]

[ Minareto Madarsa di Amin Khan ]

Poco lontano si trova anche la madarsa e minareto di Islam Khodja e il Mausoleo di Pakhlavan Mahmood, santo guerriero dell’Islam e patrono della città. Infine, merita una visita la Kuna Ark, fortezza dei regnanti della città, dove si trova la Kusinish Khana, la sala del trono con al centro una yurta per proteggersi dal freddo. Bellissimo lo spettacolo al tramonto sulle mura del palazzo. 

[ Madarsa e minareto di Islam Khodja ]

[ Mura di Khiva ]

L’ottavo giorno, siamo rientrati in Italia partendo da Khiva dall’aeroporto di Urgench.

 

Spero che questo post sia stato utile, per qualsiasi altra info, scrivimi o lascia un commento!  

 
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