Rocce rosse e bianche che formano sculture naturali, deserti di terra rossa e qualche cactus che spunta qua e là: sono questi gli elementi essenziali che caratterizzano la Quebrada de Las Conchas, un canyon selvaggio di roccia rossa scavato milioni di anni fa dalla forza dell’acqua e del vento. Percorrendo la Quebrada si raggiunge il paesino di Cafayate, un villaggio ai piedi delle Ande famoso per la produzione di vino, dove si può degustare un buon bicchiere di torrontés in una delle tante botegas .

 

La Quebrada de Las Conchas 

Basta una mezza giornata per poter godere dei panorami mozzafiato della Quebrada de Las Conchas, conosciuta anche come “Quebrada di Cafayate”, che si estende per circa 50 km tra la città di Salta e Cafayate. Questo canyon è stato scavato dal Rio Las Conchas ed è una riserva naturale formata da rocce dai mille colori, che risalgono all’era mesozoica e cenozoica. Prima che si formassero le Ande, questa zona era ricoperta dalle acque dell’oceano; successivamente si formò la catena andina e il mare scomparì: emersero i fondali scolpiti dalle correnti marine e successivamente continuarono ad essere modellati dall’acqua e dal vento. È per questo motivo che questa quebrada si chiama così: “las Conchas” vuol dire conchiglie, nome scelto per testimoniare che qui una volta c’era il mare. La Quebrada di Cafayate è considerata una delle più belle del NOA proprio per le conformazioni rocciose presenti nel canyon che formano bellissime sculture naturali: per la massiccia presenza di ferro, le rocce qui sono prevalente rosse con sfumature che vanno dal giallo al rosa.

 

 

Partendo da Salta, percorriamo la Ruta 68, in direzione di Cafayate. Attraversiamo il paesino di El Carril, Coronel Moldes e la Vina per poi entrare nella Quebrada di Alemania, che ci preannuncia i paesaggi della Quebrada de Las Conchas: le montagne che costeggiano la strada si colorano di rosso e la vegetazione inizia a diradarsi. Le nuvole creano un gioco di luci ed ombre davvero spettacolare: ci fermiamo a scattare fin da subito tantissime fotografie!

 

 

Dopo qualche chilometro, ecco un piccolo cartello in legno sulla sinistra che ci indica l’ingresso della Quebrada: la strada asfaltata prosegue con piacevoli tornanti lungo il corso del fiume, al cospetto di alte pareti rocciose. La vegetazione si riduce a piccoli arbusti e a qualche cactus che cresce sulle rocce rosse: è un paesaggio lunare, anzi, sembra di essere su Marte!

La prima sosta che facciamo è alla Garganta del diablo. Questa gola scavata nella roccia è formata da alte pareti rocciose che nel corso del tempo sono state erose dall’acqua e dal vento. Sembra che sulla roccia sia passato lo scalpello di uno sculture di abili mani: le insenature che si sono formate sono qualcosa di indescrivibile.

 

 

Dopo circa 1 km ci fermiamo nuovamente per ammirare un’altra opera d’arte di madre natura, l’Anfiteatro. Un antico lago interno alla parete rocciosa formò questa conca tondeggiante a cui si può accedere dal fondo: una volta raggiunta, si ha la sensazione di entrare dentro alla pietra! Il vento continua a modellare la roccia e ne sono testimonianza le insenature presenti sulle pareti. Questo luogo è famoso per l’incredibile acustica: proprio la forma della conca, stretta e molto alta, permette ai suoni di elevarsi verso l’alto e diffondersi in maniera uniforme nell’ambiente circostante. È per questo motivo che è stato chiamato l’anfiteatro. Spesso dentro alla conca ci sono dei musicisti che suonano musica locale: a noi è capitato di assistere all’esibizione di due musicisti e in questo modo abbiamo potuto cogliere al meglio la magia di questo luogo insolito!

 

 

 

La sosta successiva è al punto panoramico “tres Cruces”: seguendo un piccolo sentiero, si raggiunge la cima di una duna di sabbia rossa da cui si ha un panorama straordinario sull’intera valle: il corso del fiume, la sabbia rossa e le montagne circostanti, creano un paesaggio da cartolina.

 

 

Lungo il percorso si incontrano curiose conformazioni rocciose, indicate da cartelli segnaletici. Tra queste ci sono El Sapo, ovvero il rospo, El Fraile, ovvero il frate, El Obelisco, la Ventanas, ovvero la fisarmonica, Los Castillos, ovvero castelli di pietra e perfino il Titanic! Qui si può lasciare la macchina per avvicinarsi alle rocce e ammirarle da vicino.

Accanto a Los Castillos noi abbiamo percorso un tratto di canyon per osservare più da vicino l’azione erosiva degli agenti atmosferici: è impressionante come la natura sia in grado di creare simili paesaggi. Per certi aspetti, la parte finale della Quebrada, caratterizzata non solo da rocce rosse ma anche da rocce bianche, mi ha ricordato i grandi parchi del Nord America

 

 

Cafayate

Dopo i castelli fossilizzati, inizia una distesa desertica e dopo qualche chilometro si raggiunge Cafayate (si pronuncia cafagiate). Questo grazioso paesino si trova a 1600 m di altitudine ed è circondato da estesi vigneti. È qui che inizia la zona vinicola dell’Argentina, dove si trova la celebre Mendoza. Ai piedi delle Ande, in un territorio destinato inizialmente all’allevamento, l’uomo è riuscito a far crescere le viti e a produrre dell’ottimo vino.
Il centro di Cafayate si sviluppa intorno a Plaza San Martin, ombreggiata grazie alla presenza di palme e cedri. Intorno alla piazza si trovano numerosi ristoranti e caffè dove poter mangiare una buona milanesa e assaggiare il gelato al gusto vino. Sulla piazza si affaccia la piccola Cattedrale di N. S. Del Rosario e il municipio. Poco distanti dalla piazza, si trovano il museo archeologico Rodolfo Bravo e il museo della vite e del vino.

 

 

Visita ad una botega

A Cafayate ci sono numerose aziende vinicole aperte al pubblico. Si dice che non si è stati a Cafayate se non si ha visitato una botegas: questa è la regione argentina prediletta per la produzione del Torrontés, di cui esistono diverse varietà. Noi ci siamo fermati alla Vasija Secreta: in questa botega, costruita dentro ad un antico casale bianco, è stato allestito un piccolo museo dove sono esposte le vecchie botti dove anni fa veniva conservato il vino e altri oggetti legati al processo di produzione del vino. Nella stanza accanto è possibile fare una degustazione di diversi vini, tra cui il torrontés. La visita al museo è gratuita mentre si paga la degustazione: ogni bicchiere di vino costa 10 $Ar, se invece al termine della degustazione acquisterete del vino, la degustazione è omaggio.

 

 

Per tornare a Salta si ripercorre la Quebrada de Las Conchas: inevitabile fermarsi nuovamente lungo il tragitto per scattare fotografie perché durante il giorno i colori delle montagne cambiano continuamente!

 


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